Il Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini è un istituto d’arte superiore, fondato nel 1617 come orfanotrofio detto del Buon Pastore. Nel corso degli anni sono state realizzate diverse campagne di accoglienza ed educazione dei bambini del territorio, che l’hanno portata oggi ad essere conosciuta per l’alta qualità nella formazione artistica, musicale, teatrale e di danza.
Storia del Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini
Il conservatorio nasce come orfanotrofio conosciuto con il nome del Buon Pastore, dove venivano educati i bambini abbandonati che mendicavano per strada. I giovani trascorrevano il loro tempo libero cantando canti e recitando salmi, tanto che alla fine del XVII secolo coloro che mostravano buone capacità erano chiamati a presentare il loro talento nelle funzioni religiose, specialmente nelle messe.
Con il passare del tempo la musica divenne l’attività principale del conservatorio, pertanto si decise di istituire uno studio di canto. Nel 1721 fu assunto un maestro di cappella di nome Biondo, che insegnò a suonare il violino. Tuttavia, solo nel 1833 Pisani include strumenti come l’oboe e il contrabbasso, oltre a incorporare personale specializzato nel campo amministrativo e artistico.
Pietro Pisani fu incaricato della costruzione di un teatro e ne passò l’amministrazione al suo allievo Raimondi, un letterato che trasformò il conservatorio in una Facoltà di Musica. Nel 1862 fu assunto come compositore, per il quale diresse l’istituto per 23 anni. A differenza del suo predecessore, ha studiato per includere musicisti stranieri e per consentire l’accesso alle donne.
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Aumento di popolarità del Conservatorio Vincenzo Bellini
Fu dall’anno 1863 quando il numero degli insegnanti nell’istituto aumentò e furono realizzate nuove riforme. Parimenti altre novità e modifiche furono introdotte nell’organizzazione, tanto che nel 1889 il Sovrano Humberto, con decreto n. 1414, assegnò all’istituto il titolo di Regio Conservatorio di Musica.
Successivamente, la gestione del conservatorio fu affidata al famoso maestro Giorgio Miceli e nel 1890 gli stranieri furono autorizzati a seguire corsi di musica, danza, teatro, tra gli altri. Sebbene Miceli fosse un compositore eccezionale, non aveva sufficienti qualità didattiche, quindi grazie alle capacità di Guglielmo Zuelli, si affermò come direttore nel 1895.
Sotto la sua direzione il conservatorio conobbe un lungo periodo di splendore, ragion per cui assunse il nome di “Vincenzo Bellini”. Così centinaia di persone si sono interessate alla formazione presso l’istituto, tra cui importanti compositori, cantanti e insegnanti come Gino Marinuzzi, Paolo Neglia e Gustavo Natale Perna.
Nel 1938 Rito Selvaggi assunse la carica di Presidente e Direttore Artistico, per la quale apportò alcuni miglioramenti e arricchì l’attività degli insegnanti con la musica classica.
La direzione era composta anche da altri valenti compositori, quali Antonio Trombone, Maria Elisa de Tozzi, Ottavio Ziino, Terenzio Gargiulo, Eliodoro Sollima, Antonio Garbelotto e Nino Pirrotta, rinomato e illustre professore all’Università di Harvard e Accademico di Santa Cecilia.
Conservatorio Bellini oggi
Nel corso degli anni, i ministeri competenti e le istituzioni governative hanno approvato un nuovo statuto per convertire il Conservatorio Bellini in ¨Instituto Superiore di Studi Musicali¨. Successivamente, questo è entrato a far parte del sistema universitario di Istruzione Superiore di Arte, Musica e Danza, che fa capo al Ministero della Pubblica Istruzione.
Nel 2020 l’Istituto Superiore di Palermo è stato battezzato con il titolo di Conservatorio di Música Alessandro Scarlatti, già curatore Vincenzo Bellini”, che conserva oggi. Attraverso questo tipo di istituzione, l’obiettivo è preservare il valore culturale dell’Italia, soprattutto legato alla musica, e coltivare il talento di nuovi artisti nazionali.
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